sabato 21 aprile 2012

Importanti informazione sulla noce del para ...

NOCE DEL PARA

Noce del Brasile, un frutto da scoprire
Il Noce del Brasile (Bertholletia excelsa L.) e' una pianta originaria dell'Amazzonia; cresce spontaneamente nell’Amazzonia meridionale compresa tra il Brasile, il Perù, la Bolivia, la Guyana ed il Venezuela dove viene chiamato almandra o castaña del Beni.
In Italia è conosciuto anche come Noce del Parà .
Questo albero possiede caratteristiche assolutamente fuori dal comune, proprietà propria di tutto ciò che cresce a determinate latitudini: come tante altre piante della foresta amazzonica ha dimensioni impressionanti superiori alla media , può arrivare a misurare più di 60 metri di altezza e per questo definito “emergente”, il tronco principale è dritto, i rami hanno una forma ad ombrello con foglie coriacee, può vivere per secoli ed al livello del terreno il tronco può arrivare a misurare fino a 2 metri di diametro.
Comincia a fruttificare dopo i 50 anni e questi hanno bisogno di 15 mesi per maturare.
A differenza delle noci nostrane in cui ogni frutto contiene un'unica noce, quella brasiliana produce frutti non molto diversi dalle noci di cocco: una grande capsula legnosa di circa trenta centimetri di diametro che racchiude da 12 a 20 semi a mezzaluna a loro volta racchiusi da una scorza legnosa. Le noci brasiliane non sono altro che i semi di questo frutto.
Per avere una immagine più chiara si possono paragonare ad un'arancia. La capsula legnosa corrisponde alla buccia, i gusci che contengono le singole noci corrispondono alla membrana trasparente che avviluppa la polpa e la noce corrisponde alla polpa. Anche la disposizione degli spicchi corrisponde a quella dell'arancia.
I grandi frutti legnosi, noti in botanica come pixidii maturano tra dicembre e marzo, intervallo di tempo che corrisponde al periodo di maggiori precipitazioni atmosferiche. La pioggia gonfia l'epicarpo spugnoso del frutto, ne aumenta il peso che combinato all’azione del vento provoca la caduta a terra del frutto. L’azione di microrganismi ed insetti elimina la parte spugnosa lasciando il grosso guscio legnoso del frutto che in natura può essere aperto solo da un grosso roditore della foresta, l’aguti, oppure, ma con tempi molto più lunghi, dalle termiti.
I frutti giganti pesano più di 2 kg ciascuno ed i semi che contengono, le noci, hanno un sapore a metà tra la noce comune ed il cocco.
Vengono raccolti dopo la loro caduta a terra. La raccolta viene effettuata da novembre a marzo e fatta esclusivamente dagli abitanti del luogo che hanno la capacità di percorrere i sentieri della foresta senza eccessivi pericoli. Essi si trasferiscono temporaneamente nella foresta ed ad ognuno viene assegnata un’area comprendente sentieri ben precisi segnati dal trascorrere del tempo e che percorre periodicamente.
I frutti vengono spaccati sul posto con il machete e le capsule portate a punti di raccolta da dove vengono poi trasferite su imbarcazioni fluviali agli stabilimenti di trasformazione dove vengono pulite, sgusciate, selezionate e messe sotto vuoto per essere esportate in massima parte negli Stati Uniti ed in Europa.
Nonostante il nome commerciale di noce del Brasile il principale produttore mondiale è la Bolivia, nei dipartimenti di Beni e Pando dove si trovano i maggiori stabilimenti di lavorazione. La noce del Brasile è forse l'unica specie nel mercato mondiale di frutta secca ottenuta esclusivamente in aree naturali, senza coltivazione.
La pianta, infatti, ha resistito a qualsiasi tentativo di addomesticamento. Per quanto l’albero abbia dimostrato di essere coltivabile in presenza del clima appropriato, l’impossibilità di creare piantagioni industriali è dovuta soprattutto alla assenza di un imenottero selvatico ed adatto all’ambiente forestale, “esclusivista” della impollinazione dei fiori e quindi della produzione dei frutti.
Pertanto la produzione di noci del Brasile deriva tutta da piante selvatiche
L’esportazione di questo frutto secco fu iniziata dal Brasile nel 1835.
In Italia la noce del Brasile è poco nota e normalmente commercializzata ancora con il guscio.
La maggior parte della produzione viene inviata in Europa per l'industria alimentare.
Dato l'alto contenuto di grassi, la noce è utilizzata anche per la produzione di olio commestibile che però inacidisce facilmente.
Questo frutto è una vera "bomba proteica". Una sola noce contiene una quantità di proteine pari a tre uova, è priva di colesterolo ed è una miniera di aminoacidi essenziali, necessari al nostro corpo perché non è in grado di produrli. È ricca di vitamine e possiede la più alta concentrazione di selenio presente in natura.
Nel discorso di grande attualità riguardante l’ ecoconpatibilità delle produzioni la noce del Brasile rappresenta un esempio nello stesso tempo favorevole e sfavorevole.
Per la sua impossibilità ad essere addomesticata, per il fatto che la raccolta venga attuata senza minimamente danneggiare l’albero, la noce del Brasile rappresenta l’albero da frutta maggiormente ecocompatibile, un prodotto a tutti gli effetti ambientalmente sostenibile.
Si deve considerare, però, che durante l'epoca della raccolta migliaia di indigeni e le loro famiglie si trasferiscono nelle aree forestali.
La principale fonte calorica della massima parte di questi individui è la carne che si procurano attraverso la caccia agli animali selvatici. Al termine del periodo della raccolta le aree interessate si trovano il più delle volte in crisi di conservazione di alcune specie di mammiferi ed uccelli.
Vanno considerati, infine, degli aspetti ambientali e sociali di questa produzione.
I raccoglitori ed i lavoratori degli stabilimenti di trasformazione, indigeni o meticci da generazione residenti in aree periferiche della foresta, vengono pagati con salari molto bassi e non godono di forme di assistenza sociale.
Le condizioni precarie dei luoghi di lavoro e l’alta incidenza di malattie tropicali hanno un impatto negativo facilmente intuibile sulle condizioni di vita delle popolazioni.
Si tratta, purtroppo, di un paradosso: un prodotto del mercato mondiale che gode di prezzi elevati, ma che produce pochi e settoriali benefici per le popolazioni locali che lo producono.
Questa volta la nostra ricerca di ricette pressocchè infruttuosa: la noce del Brasile, per le sue caratteristiche e per quelle delle popolazioni che la producono, viene utilizzata solo allo stato naturale come frutta secca e noi non possiamo che assumere questo dato di fatto ed immaginare la noce del Brasile solo nel cestino della frutta secca che caratterizza le nostre feste di fine anno, salvo un’eccezione!

Nessun commento:

Posta un commento